La Chiesa di Sant’Antonio fu costruita per volere dell’Eccellentissimo Principe Ludovico Joppolo dei baroni di Spagna, e fu completata nell’anno 1670 ed affidata ai Padri Francescani minori osservanti, che vi hanno costituito una comunità attiva per le belle devozioni ai Santi, che tuttora sono onorati dal popolo ciancianese.
La Comunità Francescana occupava il convento adiacente alla Chiesa, costruito nella stessa epoca. La chiesa si presenta architettonicamente molto bella ed è dotata di bellissime statue: San Francesco D’Assisi, San Giuseppe, San Benedetto da Cartagine, San Paquale, L’Ecce Homo, L’Immacolata e la bellissima statua di Sant’Anna.
Il Convento fu officiato per molti anni e cioè fino al 1864, dai Francescani.
In quell’anno, in cui per decreto dello Stato fu soppresso e confiscato il patrimonio della chiesa, un signore venuto da Sciacca chiese alloggio ai Francescani, che lo ospitarono e l’alloggiarono. Allora mancavano sia i mezzi di trasporto che gli alberghi.
Cenato, riunì tutti i frati nel refettorio del convento che tuttora guarda a mezzogiorno verso la selva del convento, ora proprietà del sig. Francesco Montalbano, e si presentò come ufficiale del Governo, spiegando il motivo della sua venuta e quindi ordinando ai Frati di San Francesco di uscire da Convento in nome dello Stato, che ora diventava padrone dell’edificio.
Si narra che quando il Principe Joppolo, fondatore della chiesa Sant’Antonio e del Convento, fu poi chiamato col grado di maresciallo alla guerra in Africa del 25 luglio 1737, egli, gravemente ferito, pregò i superiori che dopo la sua morte gli strappassero il cuore e lo mettessero in uno scatolo di piombo per mandarlo nella terra di Sant’Antonio.
L’impegno fu mantenuto: il cuore del principe si trova sepolto nell’ex cappella dell’Ecce Homo, dietro la Lapide nel coro della Chiesa.
Tale lapide ricorda appunto l’avvenimento.
Negli ultimi tempi la Chiesa del Convento è stata adibita a sezione elettorale sino all’anno 1922. Durante le elezioni si coprivano le statue che poi venivano riscoperte e la chiesa veniva benedetta con l’ ‘’issopo”, che veniva raccolto dall’autore del presente in una zona del Calvario, oggi proprietà del sig. Alfonso Vaiana.
Nel 1961 la Chiesa fu eletta parrocchia da Mons. G.B.Peruzzo, Vescovo di Agrigento, ed ebbe come primo parroco l’attuale Don Francesco Gambino, zelante e pio che, animato di buona volontà, ha restaurato la chiesa rinnovandola totalmente e risvegliando anche la devozione ed il fervore religioso dei parrocchiani.
I locali del Convento, passati al Comune, sono adibiti in parte a caserma dei Carabinieri ed in parte a scuola media.