L’allarme che da mesi serpeggiava tra i vari presidi territoriali di emergenza, per la possibilità che vengano chiusi, aveva raggiunto il culmine con la chiusura dal lunedì 06/10/2008 al 12/10/2008 della postazione di Cianciana ma dopo la protesta da parte del Sindaco e la convocazione del Consiglio Comunale aperto, è avvenuto l’intervento dell’Assessore Regionale alla Sanità che ha diffidato la Sise all’immediata riattivazione della postazione del 118 a Cianciana, annunciando di ritenere la società colpevole di interruzione di pubblico servizio. La Chiusura delle postazioni alla data non rientra nelle previsioni regionali ed è stato un’abuso da parte della società che gestisce il servizio.
“A nome di tutta la comunità protesto contro la decisione di chiudere il presidio di emergenza in un territorio già penalizzato, determinando disagi non solo per la comunità ciancianese, ma anche per i paesi quali Alessandria della Rocca, Bivona, Santo Stefano Quisquina e San Biagio Platani. E’ un ulteriore drastico limite al godimento del fondamentale diritto alla salute garantito dalla Costituzione“. Con queste parole il sindaco Salvatore Sanzeri ha chiesto alla Sise (Siciliana servizi emergenza) l’immediata riattivazione della postazione del 118 a Cianciana, annunciando di ritenere la società colpevole di interruzione di pubblico servizio e perseguibile per eventuali responsabilità ed omissioni che potrebbero insorgere dalla stessa interruzione.
A difesa del presidio 118 di Cianciana è sceso in campo anche Giovanni Panepinto, deputato regionale del Partito democratico. “Bisogna assicurare il mantenimento della postazione 118 a Cianciana, dal momento che viene utilizzata da molti altri paesi dell’Agrigentino. Il servizio fino ad ora erogato a Cianciana ha coperto le urgenze anche in altri comuni della provincia come Alessandria, Bivona, Santo Stefano Quisquina e San Biagio Platani, privi non solo di un ospedale capace di garantire l’immediato pronto soccorso, ma anche di un adeguato sistema viario, fermo alle regie trazzere borboniche. Dal momento che la Sise ha inaspettatamente interrotto l’erogazione del servizio, chiediamo l’impegno per l’immediata riattivazione della postazione, per assicurare alle popolazioni della Montagna agrigentina il diritto alla salute“.