Il piccolo paese di Cianciana diventa lo sfondo di una rappresentazione teatrale della compagnia Esiba Teatro. “Cianciana”, così si intitola la rappresentazione, è uno spettacolo di Marco Pisano, Eugenio Vaccaro e Angelo Abela, che calcheranno la scena, sui testi di Tommaso Di Dio e Milena Viscardi. Per la prima volta Esiba Arte ha proposto Cianciana a Siracusa, il 26 giugno, presso l’ex Convento del Ritiro, all’interno della manifestazione Divina Vita.
Povertà, arretratezza, mafia, emigrazione lungo un filo conduttore rappresentato da Cianciana, un paese dell’entroterra siciliano, mai raggiunto dalle lotte, dai forti sconvolgimenti del progresso e dalle logiche di potere della criminalità organizzata.
In un punto indefinito del passato, tre contadini vivono la fatica di spaccare la terra infertile, animati da una gioia di vita che si sfuoca con la rabbia, quando improvvisamente vengono assaliti dal dubbio di potere. Poter riprendersi la terra, poter mettere a tacere baroni e campieri, poter scrivere di proprio pugno la propria storia. In un punto indefinito del presente, Giuseppe, un ragazzo di Cianciana, si trascina ai limiti dell’emarginazione: la sua generazione non ha conosciuto gli entusiasmi delle lotte contadine, i giorni sono uguali uno all’altro, ma la fame e la rabbia sono sempre le stesse. Giuseppe rapisce un ricco figlio di possidente, compie un crimine senza avere il volto del criminale. In un punto indefinito del futuro tre cittadini, individualità disperse, vagano alla ricerca delle proprie radici per combatterle, per negarle e poi riamarle.
“Cianciana” è una composizione di testimonianze dal sapore frammentario, polifonico, trasversale. Ispirato a “Terra di rapina” di G. Saladino, trae spunto da molteplici altri nuclei: dai testi burocratici della legge Gullo agli articoli di giornale degli anni ’40, dalle poesie di Ignazio Buttitta alle canzoni popolari di Rosa Balistreri, dalle testimonianze degli anziani dell’entroterra agrigentino ai frammenti dei poeti arabi di Sicilia. Su tutto questo materiale lo sforzo di rendere poesia ciò che è documento e trasformare in immagine e azione teatrale ciò che è lirica.
Un lavoro svolto con dedizione e passione, quello condotto dall’associazione Esiba Arte, nata nel 2004 come “tentativo di vicinanza a strade che si erano, temporaneamente, abbandonate – così la definisce Marco Pisano, regista di Cianciana -, come tentativo di essere pensiero ed azione insieme in una economia del pensare e del fare, volta al pensare ed al fare di più […]”.
Fornire delle traiettorie di riflessione è tra gli intenti principali di Esiba Arte, e con Cianciana non mancheranno gli spunti per comprendere una correlazione tra il mondo degli anni ’50-’60 e quello dei nostri giorni, fino a capire che dopo più di mezzo secolo, partire e lasciare la casa per abbracciare il moderno ha le stesse rotte e lo stesso pericolo che avevano i nostri nonni.
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