Vuoi vivere a Cianciana? Yes. In 10 anni 150 famiglie straniere prendono casa nel comune agrigentino


Articolo settimanale Centonove

Da 15 paesi diversi scelgono il centro siciliano: prezzi bassi ed accoglienza tra le ragioni di un successo. Che riqualifica, rilanciando l’economia.

CIANCIANA. Sembrava che il primo fosse stato Sgarbi. Quando nel 2008, neoeletto sindaco di Salemi, lanciò l’idea delle case del centro storico ad 1 euro. Invece, no. A quanto pare l’inventio degli immobili dell’antico borgo più che a buon mercato deve cedere il primato a Cianciana, nell’agrigentino. Dove dal 2004 si vendono case a prezzi “mini”. Tanto da attrarre molti. Soprattutto stranieri. Che in tanti hanno eletto a nuova residenza per le vacanze o per tutto l’anno il centro agrigentino. L’affaire si deve ad un gruppo di ciancianesi. Che hanno fondato un’agenzia immobiliare, la My House. «Ha aperto battenti nel dicembre 2004. Il primo anno è servito per reperire gli immobili. Negli anni successivi inserzioni e poi la prima vendita internazionale», racconta Carmelo Panepinto, marito della titolare Giuseppina Montalbano, e socio dello Studio Tecnico MP con il collega geometra Alfonso Martorana in collaborazione con la My House. Che seguita: «Probabilmente ha dato l’idea David Justice, inglese, che, passato per caso da Cianciana, decise di comprare casa e risiedere alcuni anni per poi rivendere, e con il quale siamo diventati amici. Dopo David molti stranieri hanno trovato casa per la vicinanza al mare, i prezzi bassi e l’accoglienza. Negli ultimi mesi hanno aperto anche altre agenzie». Oggi si è superato il centinaio di nuclei familiari, provenienti non solo dall’Inghilterra. «Non ho mai voluto fare un conto: so che nel 2011 erano 120», dice Panepinto. «Sono 150: come sindaco ho detto a tutte le agenzie, non solo a My House, che voglio conoscere tutti quelli che comprano per farli sentire “a casa”, ed avere nel sindaco un punto di riferimento. Alla fine diventiamo anche amici. È una cosa stupenda», interviene Santo Alfano, primo cittadino dal 2013.

DO YOU SPEAK ENGLISH? E se a catturare sono i prezzi bassi con immobili autonomi, classiche case dei centri siciliani, pochi metri quadri per piano, balconcini in ferro battuto e muri in tufo, anche per poco più di 4.000 euro, fino alla possibilità di un intero quartiere di 650 metri quadri tra fabbricati e giardini per 100.000 euro, anche altre ragioni portano tanti da oltre confine a sbarcare in questa landa sicana, dove il ciancianìsi miscela l’agrigentino al palermitano e al trapanese con qualcosa dei siculi idiomi sud-orientali, segno di una terra d’incontro da Girgenti a Palermo con le regie trazzere a sovrapporsi alle strade romane. «Gli stranieri si ritrovano in un paese, in cui si parla inglese, dal tabaccaio al meccanico, dall’elettricista al ginecologo: dagli anni ’50 in poi con la chiusura delle zolfatare in molti emigrarono in paesi come l’Inghilterra. Poi molti sono tornati, hanno aperto pizzerie o b&b e così capita per esempio al supermercato la commessa nata in Inghilterra», riprende Panepinto. Che aggiunge: «Adesso le nazionalità degli stranieri sono più di 15, anche se la maggior parte è inglese, e, mentre i russi o altri dell’est ed altri paesi massimo in 2 anni parlano italiano, gli inglesi in genere no, per cui per loro è perfetto un paese in cui si parla inglese. Abbiamo richieste di altri comuni limitrofi, molti propongono ma il connubio perfetto di Cianciana non è semplice da trovare altrove». Ed il sindaco Alfano dice: «Da sindaco sto vivendo momenti meravigliosi: c’è un arricchimento culturale, oltre che economico, l’integrazione è stupenda». E Panepinto, anche presidente della Pro loco, rivela: «La vecchia amministrazione ha istituito la giornata dell’accoglienza, organizzata sempre tranne quest’anno, nonostante la volontà del Comune: per la situazione anche di altri comuni, c’è stato comunicato che non c’erano le risorse».

TURISMO “TRIBUTARIO”. «Abbiamo ereditato questa bellissima fortuna dalla precedente amministrazione, e la continuiamo. C’è un ritorno economico importante anche per il Comune: gli stranieri pagano le tasse con puntualità», sottolinea Alfano. E fa eco Panepinto: «Quasi sempre l’immobile venduto è la “casa del nonno” che così non è più un peso per chi eredita e non può mantenere. Qualcuno ha comprato e fatto business: un danese ha comprato 11 case, le ha ristrutturate e rivendute. Gli stranieri poi spendono, oltre che per mangiare, anche per ristrutturare: quasi tutti fanno una ristrutturazione povera, cercano di non stravolgere quello che c’è, dall’architrave in pietra alle persiane verde scuro Raffaello, tipiche siciliane, dall’azzurro delle pareti al tufo dei muri. Qualcuno riprende l’antico baglio. La fortuna di Cianciana è che il centro è rimasto intatto, non toccato dal boom edilizio degli anni ’80». E la presenza straniera diventa un imput a migliorare la qualità di vita. «Da 7-8 anni c’è il porta a porta, niente cassonetti, e la differenziata al 51% tanto che Legambiente ci ha premiato qualche anno fa. Per noi è una grande missione. Alle 7 del mattino la piazza è già pulita: gli stranieri vogliono sentire al bar alle 8 l’odore della granita e della brioches», dice Alfano. Che conclude: «Siamo a 20 kilometri dagli scavi di Eraclea Minoa, a 18 dal mare, a 22 da Sciacca, a 28 dal monte Cammarota. E ricordo una frase detta da un inglese “Mer, grazie, mi hai regalato il mare, apro la finestra e lo vedo, ed è come se fosse a casa mia”, perchè si vede il mare di Lampedusa».

Articolo di Maria Tiziana Sidoti, dal settimanale regionale “Centonove”, numero 41 del 31 ottobre 2014

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

undici − 9 =