Addio a Lillo Pecoraro, batterista che suonava con il cuore


Cianciana piange Lillo Pecoraro, apprezzato batterista ma soprattutto persona dall’animo gentile che trovava sempre il tempo per aiutare il prossimo. Ci lascia all’età di 56 anni, dopo una breve malattia che lo ha portato via troppo velocemente. Sposato con Filippa, Lillo Pecoraro era orgoglioso di Giulia, l’adorata figlia alla quale ha tramesso la passione per il canto.

Classe 1962, si era trasferito a Parma per lavoro nel 1995. Collaboratore scolastico prima all’Ipsia “Primo Levi” e poi all’istituto “Melloni”: un bidello tutto fare molto amato dagli studenti, che lo seguivano anche ai concerti. Responsabile della sicurezza del parcheggio auto, era portatore di un’allegria istintiva. Anche quando la sua funzione lo costringeva a richiamare qualcuno, sapeva poi riprendere i rapporti con naturalezza, consapevole com’era che tutti possiamo sbagliare e che un occhio di riguardo bisogna averlo con tutti.

Ma la vera passione di Lillo era la musica e la batteria. Aveva un grande senso ritmico, con cui sperimentava vari generi, negli ultimi tempi persino il liscio. A Lillo piaceva tutta la musica: non solo live, ma ha inciso anche dei dischi. Un musicista che suonava con l’istinto, un batterista che sapeva coinvolgere il pubblico con le sue performance. Suonava con una naturalezza incredibile. 

Era un polistrumentista: oltre alla batteria, suonava anche il basso e la chitarra. Con la voglia e la bravura che lo contraddistinguevano, ha suonato con tantissime formazioni. Non per ultimo, il gruppo Sciò Max e ancora prima i Max Ensemble. Pop, rock e ancora blues e jazz: Lillo ha fatto parte anche dei Souka Blues Band per un tributo ai Rolling Stones.

Gli Sciò Max, band musicale di cui faceva parte Lillo, suoneranno in sua memoria Al Barrique di via Abbeveratoia a Parma. Un concerto per Lillo Pecoraro. E il rock sarà il migliore modo per ricordare il batterista, che sapeva cantare, arrangiare e “suonare con il cuore” come dicono i colleghi. “A Lillo la musica piaceva tutta – dice Max Bozzani -, per cui bastava chiamarlo e lui saliva sul palco”.

 

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